Nella calma dei giorni viene il tuo sguardo uncinante
e miete senza aver seminato, foglie ingrigite ormai secche.
Nel vento d'autunno i tuoi rami schiusi ammansiscono la brina,
ogni tua movenza dissemina su di me il balsamo dell'abisso.
Nei campi hai portato le tue locuste e mi servi un miele selvatico,
raggi di sole trascurati deliziano il verde dei tuoi occhi.
Guarda la notte spingersi lenta,
sul mio torso prostrato dall'inerzia delle tue labbra.
Nel gelido rintocco di mezzanotte le tue mani bramano la carne.
Nel lesto bagliore di una stella antica le mie ultime illusioni.
Entro di colpo, mi siedi davanti e conti le tue vittorie,
cento, duecento… adesso puoi vedere il cielo squarciato
e una mano protesa all’agonia...mentre scavi ancora
un’altra trincea.